Cosa e come visitare il nostro MOLISE regione naturalistica
Dove mangiare, dove dormire e che cosa visitare, una regione tutta da scoprire
Piccola comunità agricola montana, di origine medievale.
I pietracupesi, caratterizzati da un indice di vecchiaia tra i più alti della regione, sono distribuiti nel capoluogo comunale e nella località Piana di Sciarra; il nucleo principale sorge addossato ad un roccione che si eleva, isolato, nella vallata.
Nel centro storico le abitazioni sono vecchie ma in buono stato di conservazione, costruite in pietra e prevalentemente unifamiliari; nella zona di nuovo insediamento sono più moderne e spesso condominiali.
Il territorio, dal profilo vario e ondulato, non presenta quote significative: le colline si alternano alle vallate, tra le quali scorre il torrente Vella, affluente del Trigno.
Il clima è caratterizzato da estati piacevoli e ventilate e da inverni miti.
Lo stemma, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, raffigura una torre rossa su una montagna rocciosa d'argento e tre comete d'oro, il tutto in campo azzurro.
Si trova nella regione collinare che separa i bacini dei fiumi Trigno e Biferno, tra i confini dei comuni di Bagnoli del Trigno, Salcito, Fossalto, Duronia e Torella del Sannio.
La viabilità provinciale la collega ai centri vicini e al tracciato della statale 647 Fondo valle del Biferno, che corre a meno di dieci chilometri dall'abitato.
I caselli di Termoli-Molise, a 68 km, e di Vasto sud, a 60 km, danno accesso all'A14 Adriatica rispettivamente verso sud e verso nord; più lontana l'Autostrada del Sole A1, con i caselli di San Vittore, verso nord, a 92 km, e Caianello, verso sud, a 98 km.
Non direttamente servita dai collegamenti ferroviari, trova a 28 km la stazione più vicina, snodo delle linee Campobasso-Termoli, Campobasso-Vairano e Campobasso-Benevento.
L'aeroporto di riferimento dista 158 km; 258 km la separano invece dallo scalo "L.
da Vinci" di Roma/Fiumicino, che consente di effettuare voli intercontinentali diretti.
Il traffico marittimo fa capo al porto mercantile distante 163 Km.
Fa parte della Comunità montana "Molise Centrale".
Per i servizi sovracomunali e per l'istruzione secondaria gravita verso Campobasso.
Le prime notizie storiche risalgono al 1269 e attribuiscono la signoria sul feudo a Ugo di Brianzio, che lo ottenne per concessione di Carlo I d'Angiò.
Tra la fine del secolo XIII e l'inizio del secolo successivo passò alla famiglia D'Alemagna, o Alemanni; nella prima metà del XV secolo ne erano signori i conti Carafa, ai quali seguirono i Gaetani, i D'Evoli e i De Regina.
Dal 1701 al 1750 furono i Brancia ad esercitarvi i diritti; da questi passò alla famiglia Francone che la tenne fino all'estinzione della feudalità.
E' stata sempre pertinenza del contado di Molise.
Il toponimo è un chiaro riferimento, per opposizione, all'abitato situato su una pietra ma non "cupa", cioè nascosta, bensì isolata e dominante tutto il territorio.
Nel patrimonio storico ed architettonico l'elemento di maggiore importanza è rappresentato dall'antica chiesa parrocchiale di S.
Gregorio.
La tendenza verso una contrazione demografica marcata, oggi evidente, risale all'inizio del secolo: nel 1911, infatti, contava 1.
353 abitanti.
Il sistema degli uffici e servizi pubblici comprende gli uffici municipali ordinari e l'ufficio postale.
Nelle scuole a disposizione della popolazione si impartisce soltanto l'istruzione primaria e ciò causa un comprensibile disagio ai più giovani, costretti ad assumere presto la veste di pendolari; se tale carenza si può spiegare con la composizione della comunità, estremamente esigua e decisamente "anziana", la stessa considerazione rende invece ancor più evidente la mancanza di una farmacia: il servizio sanitario mette infatti a disposizione della popolazione unicamente l'ambulatorio comunale.
Gli sportivi possono contare sul campo di calcio e su un campo da tennis; mancano invece le strutture ricettive, sebbene centri come Trivento, a una quindicina di chilometri, e soprattutto Campobasso, a 28 km, siano perfettamente in grado di sopperire a questo tipo di necessità.
La comunità conduce una vita appartata e poco aperta al nuovo a causa della posizione geografica, dell'esiguità del numero degli abitanti e dell'elevato indice di vecchiaia.
La principale fonte di reddito rimane l'agricoltura: si coltivano cereali, olivo, alberi da frutta e vite; in piccole aziende, spesso a conduzione familiare, si producono olio e vino che alimentano insieme agli altri prodotti della terra un modesto commercio.
L'industria non si è sviluppata e lo stesso può dirsi del terziario, sia con riguardo alla rete commerciale (che riesce comunque a soddisfare le esigenze della comunità), sia per quanto attiene ai servizi, tra i quali non figura l'esercizio del credito.
Le risorse ambientali e il folclore locale possono soddisfare gli amanti della natura e delle tradizioni culturali e quanti si lasciano catturare dal fascino del passato.
La piccola comunità fa presto a riunirsi in occasione degli appuntamenti consueti, come i riti del carnevale e le rappresentazioni popolari della Settimana Santa; o come la processione di Sant'Anna in luglio, con i fasci di spighe di grano portati dai fedeli, ma soprattutto come il Natale, con il presepe vivente animato da decine di figuranti locali e rischiarato dalla "'nducciata": le "'ndocce", fascine di legna accatastate, ardono per le vie cittadine mentre alle finestre delle case brillano i caratteristici lumini, detti "cartocci".
Il Patrono, S.
Gregorio, si festeggia l'undici settembre.
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