Cosa e come visitare il nostro MOLISE regione naturalistica
Dove mangiare, dove dormire e che cosa visitare, una regione tutta da scoprire
Comune agricolo montano di probabile origine medievale.
La comunità dei salcitani, caratterizzata da un elevato indice di vecchiaia, è concentrata tutta nel capoluogo comunale costituito, nel centro storico, da abitazioni piuttosto vecchie ma in buono stato di manutenzione, costruite in pietra e in prevalenza unifamiliari, strette attorno alla chiesa, divise da vie a gradoni lastricate con pietre; nella zona di nuova espansione, invece, il tessuto urbano risulta composto da abitazioni più moderne e in prevalenza condominiali.
L'abitato, posto in collina alle falde del Montelungo, degrada dolcemente verso la pianura.
Il territorio, costituito in prevalenza da terreno argilloso, dal profilo vario e ondulato ma senza altitudini di rilievo, offre un paesaggio ameno che a settentrione si apre verso la vallata del fiume Trigno che lo attraversa.
Il clima è fresco d'estate ma piuttosto rigido in inverno.
Nello stemma figura una corona su un monte (è il Montelungo, sito a ridosso del paese) attraversato da un fiume (in riferimento al Trigno).
Il comune si trova su un colle alla destra del medio bacino del fiume Trigno, fra i confini dei comuni di Bagnoli del Trigno, Pietracupa, San Biase e Trivento.
La principale arteria di collegamento è rappresentata dalla strada statale 650 Fondo valle Trigno, che corre a 17 km dall'abitato.
Il casello di Vasto sud, a 54 km, immette nell'A14 Adriatica.
Non è raggiungibile in treno: la stazione ferroviaria più vicina, lungo la linea Campobasso-Termoli, dista infatti ben 37 km.
L'aeroporto di riferimento è a 151 km, mentre a 251 km c'è lo scalo "L.
da Vinci" di Roma/Fiumicino, che consente di effettuare voli intercontinentali diretti.
Il porto dista 156 km.
Fa parte della Comunità montana "Trigno-Medio Biferno".
Gravita verso Campobasso per le strutture burocratico-amministrative e per l'istruzione secondaria.
Il suo nome deriva dai salici che crescevano in abbondanza nella zona: in epoca longobarda il toponimo era "Salectum"; in epoca normanna e sveva era "Saliticum"; nei Regesti Angioini del 1320 era "Salzectum"; nel XV secolo era "Castrum Saliceti".
Ha conosciuto vari feudatari, come buona parte dei comuni molisani: nel 1337 apparteneva a Nicola d'Evoli (prima di allora era sotto l'autorità di Trivento, di cui seguì le sorti); nel 1464 ai Pietravalle e nel 1495 faceva parte delle terre date in feudo ad Andrea di Capua.
Ferrante, successore di quest'ultimo tra il 1512 e il 1523, vendette il feudo a Gaspare de Regina.
Infine, nel 1652, la proprietà passò alla famiglia Francone, titolare dei diritti nobiliari fino all'eversione feudale, che conservò il titolo marchesale.
Il centro ha conosciuto un rilevante fenomeno emigratorio, diretto soprattutto verso Roma.
La chiesa parrocchiale di S.
Basilio e quella di Santa Maria delle Grazie rappresentano gli elementi di maggior rilievo nel patrimonio architettonico locale.
La tendenza verso l'involuzione demografica si è manifestata, per poi consolidarsi, verso la fine dell'Ottocento.
Il comune ha conosciuto un rilevante fenomeno emigratorio, diretto soprattutto verso Roma.
Alle dimensioni modeste della comunità corrisponde una struttura interna altrettanto semplificata, che comprende unicamente gli uffici municipali ordinari e quelli postali.
Le strutture scolastiche disponibili sul posto permettono di frequentare soltanto le classi dell'istruzione primaria e ciò costringe i più giovani ad un precoce pendolarismo, sebbene Trivento non disti più di dieci chilometri; il sistema sanitario offre soltanto una farmacia.
Non vi sono impianti sportivi, ad esclusione dell'onnipresente campo per il gioco del calcio, e mancano praticamente del tutto le strutture ricettive.
In complesso la popolazione conduce una vita appartata e tranquilla, poco aperta al nuovo, legata alla tradizione.
Il reddito proviene soprattutto dall'agricoltura e dalle attività ad essa collegate, quali la zootecnia e la produzione casearia e di olio; il settore primario non riesce tuttavia a garantire l'autosufficienza alla comunità, anche per l'assenza di uno sviluppo industriale e le ridotte dimensioni del terziario, limitato alla modesta rete commerciale.
Non sorprende pertanto che nel comune non operino istituti di credito.
I rapporti con i centri vicini sono dettati non solo da motivi socio-economici; il comune ha infatti doti ed attrattive che si rivelano efficaci e riescono in determinate occasioni a farne un polo d'attrazione per i flussi di traffico.
Ciò accade in primo luogo in occasione dell'arrivo degli emigrati, che fanno ritorno al paese di origine per trascorrervi le ferie; visitatori occasionali non mancano di apprezzare le doti ambientali e le occasioni di svago rappresentate dalle manifestazioni folcloristiche tradizionali.
La comunità mantiene infatti la tradizione dei falò natalizi e della fiaccolata per la messa di mezzanotte; l'antica tradizione della "sagra del tizzone" vuole che in occasione dei riti pasquali, che prevedono l'acccensione di un falò, il sacrestano o altre persone coinvolte nella pratica, depositino davanti alle porte delle case pezzi di legna da ardere per passare, la mattina dopo, a riscuotere offerte in denaro; fiere di merci varie e bestiame si tengono in aprile per la festa dell'Incoronata, in giugno per la festa patronale, in settembre e in ottobre.
Il Patrono è S.
Basilio e si festeggia il 14 giugno.
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