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LA PATACCA DI AGNONE (tavola OSCA)
Ma è mai possibile che il Molise non sia in grado di porre fine alla ridicola sceneggiata londinese? Ci sono molisani che vanno a Londra per vederla. Qualcuno ha pure scritto di essersi emozionato! IL PIU’ IMPORTANTE DOCUMENTO DELLA LIGUA OSCA E’ UNA CLAMOROSA PATACCA. L’ORIGINALE è IN MANO AGLI EREDI DELL’ORAFO CHE FECE UNA COPIA DELL’ORIGINALE E LA RIFILO’ AL BRITISH MUSEUM.
Da quando l'ing. Pietro Mastronardi, esperto metallologo, ha scoperto i retroscena della falsificazione, sulla questione è calato un imbarazzante silenzio.
QUESTI I FATTI.
Nella versione ufficiale del ritrovamento della cosiddetta Tavola di Agnone si riferisce che un certo Pietro Tesone, che teneva in affitto un terreno di Giangregorio Falconi in località Fonte del Romito (in agro di Capracotta, ai confini con Agnone) nel 1848 avrebbe trovato la lamina di bronzo arando il terreno.
La fece vedere ai fratelli Francesco Saverio e Domenico Cremonese di Agnone che vantavano una accreditata relazione con Teodoro Mommsen che qualche anno prima era venuto in Agnone loro ospite.
I fratelli Cremonese dettero notizia del ritrovamento nel “Bullettino dell’Instituto di Corrispondenza Archeologica†di Roma.
Della scoperta fu data notizia anche a Mommsen.
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Non si capisce bene che fine abbia fatto la Tavola durante i successivi 25 anni.
Nel 1873 la Tavola si trovava presso un commerciante di antiquariato di Roma, Alessandro Castellani, che la vendette al British Museum di Londra.
Il Castellani è famoso per aver rifilato altre patacche in giro per l’Europa.
Da quel momento tutti si sono convinti che la Tavola di Agnone sia finita al British Museum.
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Addirittura della patacca che si trova in Inghilterra è stato fatto un calco dal quale sono state ricavate numerose copie.
Tramite internet riuscite a trovare esemplari in vendita a 120 euro. Oppure vi potete rivolgere direttamente alla fonderia Marinelli.
Nel 1996 fu edito,con scritti di ben 19 autori, un poderoso (682 pp.) e costoso (£ 145.000) volume riguardante la scoperta archeologica.
Tutti gli scritti si riferivano al pataccone agnonese e la sua immagine dominava la sovraccoperta del volume e alcune pagine interne.
VI SI RINGRAZIAVA PURE IL MUSEO LONDINESE CHE AVEVA CONSENTITO LA PUBBLICAZIONE!
Un paio di anni fa gli eredi dell’orafo Amicarelli (che aveva acquistato l’originale dal contadino e nel suo laboratorio aveva fatto la patacca venduta al British) hanno deciso di rivelare che l’originale della Tavola era ancora presso la loro famiglia.
Per dimostrare l’autenticità del loro reperto fu fatta eseguire una relazione a un esperto metallologo, l’ing. Pietro Mastronardi, che attestò che sulla piastra rimanevano le tracce del calco e che per caratteristiche metalliche il manufatto non era particolarmente antico.
Da allora abbiamo cominciato ad ossevare con più attenzione il pezzo mostrato al British.
Ci è voluto poco per capire che il manico della piastra esposta in Inghilterra appartiene a un braciere ottocentesco adattato e modificato a caldo.
Inoltre la catena a cui la tavola è appesa è una volgare catena che nei camini viene utilizzata per appendere i caldai per la cottura dei cibi.
D'altra parte una catena di ferro non avrebbe potuto resistere a oltre 20 secoli di corrosione.
Infine i chiodi ribattuti che collegano il manico alla piastra sono chiaramente moderni.
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La tavola è stata esposta oltre un anno in Agnone con l’irritazione di quanti hanno scritto fiumi di inchiostro partendo dalla patacca inglese.
La lastra originale è identica alla patacca di Londra, ma, ovviamente senza il manico contraffatto e la catena di ferro.
La cosa ha creato il panico tra tutti coloro che hanno studiato il presunto originale di Londra.