La piazza principale di Isernia, situata ai centro della città dinanzi alla Cattedrale e all'Episcopio, è intitolata all'isernino senz'altro più illustre, il grande giureconsulto del secolo XIII Andrea d'Isernia.

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Piazza Andrea d'isernia xx La piazza principale di Isernia, situata ai centro della città dinanzi alla Cattedrale e all'Episcopio, è intitolata all'isernino senz'altro più illustre, il grande giureconsulto del secolo XIII Andrea d'Isernia. Comunemente viene chiamata Piazza Mercato in quanto in essa vi si svolge il tradizionale mercato settimanale e così era chiamata anche prima del 1871, allorquando fu dedicata ad Andrea d'Isernia. Questi era nato in Isernia intorno al 1230 e morì a Napoli nel 1316. Fu in pratica l'ordinatore del diritto feudale e fu tanto famoso per la sua dottrina da meritarsi degli appellativi davvero singolari e significativi; da alcuni scrittori fu chiamato, infatti, ''Princeps et Auriga omnium Feudistarum'', da altri ''Evangelista Feudorum'', da altri ancora ''Excelsus juris Doctor'', ''Theologus Maximus'' e ''Ultriusque juris Monarca''. Andrea d'Isernia operò ai tempi di Carlo I, Carlo II e Roberto D'Angiò dai quali ebbe molteplici incarichi che gli permisero di fare una sfolgorante carriera ricoprendo numerose cariche pubbliche di rilievo; accompagnò anche Re Roberto in una missione diplomatica ne! 1309 ad Avignone per dirimere delle questioni pendenti tra la Santa Sede e il Regno di Sicilia. Ricco il suo 'cursus honorum': tra l'altro fu professore di diritto civile nella regia Università di Napoli, Maestro Razionale della Regia Camera, Giudice della Vicaria e Giudice di tutte le cause dei genovesi che erano in Napoli, Scrisse molti libri di diritto; tra questi l'opera maggiore fu Commentarla in usus feudorum alla quale seguirono una Lectura delle Costituzioni federiciane, la compilazione dei Riti della Magna Curia dei Maestri Razionali ed altre opere minori. La fama dí Andrea è stata sempre enorme sia nel Regno di Napoli, sia nel resto d'Italia, come pure in tutta Europa; moltissime sono state le edizioni delle sue opere durante i secoli, prima manoscritte poi a stampa; praticamente esse fecero testo fino alla Rivoluzione francese, perché erano il punto di riferimento principale per tutto l'ordinamento feudale. Fu anche grande esperto di diritto canonico e, in quanto guelfo, propugnò la supremazia della Chiesa sullo Stato, accettando in pieno la politica dei suoi 'benefattori' angioini. Per affermare le sue idee 'liberali' in ogni campo, per cui si trasferirono tutte le ricchezze dallo Stato alla Chiesa, ai feudatari, ai privati, Andrea d'Isernia si servì dei principi del diritto romano che conosceva alla perfezione. La grandezza di Andrea sta proprio in questo: dopo secoli di confusione giuridica dovuta alle invasioni barbariche, egli ripropone le idee del mondo giuridico romano e le sancisce nella legislazione feudale. Per i servigi resi ai sovrani angioini, ottenne cospicue elargizioni in denaro e in possedimenti; furono anche concessi a lui e ai suoi familiari parecchi feudi, tra cui quello di Miranda. Andrea d'Isernia sposò Burlasca Roccafoglia, signora di Civitanova, dalla quale ebbe sette figli maschi (Roberto, Filippo, Matteo, Nicola, Cicco, Tommaso e Landolfo) e due femmine (Letizia e Giovanna); tra tutti questi figli ebbe la facoltà dal re Roberto d'Angiò il 5 giugno 1309 di dividere i suoi feudi secondo la formula ''dividere feudalia inter liberos quamplures quos habet''. La casa natale di Andrea d'isernia è l'attuale Palazzo Pansini in Piazza Annunziata, dove sono custoditi ancora due affreschi del '300 che facevano parte della cappella di famiglia. Ad Andrea d'Isernia era intitolato anche il vicolo esistente prima del bombardamento del '43, che dal mercato si dirigeva verso la Rampa Cimorelli e che sulla piantina del muratore Sabelli del 18761 viene chiamato ''dal mercato a Pecori''. Un relitto di questo vicolo ancora esiste dai lato di Via Roma, ma, per effetto della ricostruzione postbellica, ora si dirama a Nord verso Piazzetta Delfini e a Sud verso Via Mazzini. L'attuale Via Mazzini era prima dedicata a Vittorio Emanuele II ed il prolungamento era chiamato Rampa Cimorelli; anticamente era chiamata però Via degli Amodei o dei Signori Amodei, forse perché in quella strada aveva l'abitazione la nota famiglia isernina Amodeo2. Ciò è confermato anche in un atto rogato dal notaio Pietrantonio Nani il 31 agosto 1814 in cui si dice che un testimone, certo Raffaele Di Prospero, abitava al vicolo della Porta dei Signori Amodei3, e quella strada sicuramente conduceva ad una porta. Alla suddetta famiglia con la novella toponomastica del 1871 fu intitolato un altro vicolo nelle vicinanze di Palazzo San Francesco. In qualche documento (v. registro dei nati del 1811), l'ex Via Andrea d'Isernia viene chiamato Vicolo S. Paolo in quanto, adiacente alla cattedrale dedicata a San Pietro Apostolo, vi era un'altra chiesa dedicata a quel Santo. La chiesa di S. Paolo forse fu edificata sui ruderi di un altro tempio pagano, come avvenne per San Pietro; è menzionata nel XlV secolo nelle Rationes Decimarum Italiae al n. 5137. Presumibilmente fu abbattuta ai principi del '700 per dar luogo al Seminario (1704); infatti, nella famosa relazione di C. Vetromile per l'apprezzo della città di Isernia dell'anno 1744, non compare. Ai tempi del Ciarlanti esistevano soltanto dei ruderi e su di essi fu edificata la casa dei baroni della Castagna. Tratto da Isernia - Fernado Cefalogli - Cosmo Iannone Editore


19/07/2018

Fernamdo Cefalogli

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