L’uomo e l’amore!

E’ questo un argomento che tutti hanno trattato, e da sempre, poeti, filosofi, letterati; addirittura in uno dei primi libri dell’umanità: la Bibbia, si tratta dell’amore, sia in senso religioso che umano, così come nel “Cantico dei cantici”.

E’ questo un argomento che tutti hanno trattato, e da sempre, poeti, filosofi, letterati; addirittura in uno dei primi libri dell’umanità: la Bibbia, si tratta dell’amore, sia in senso religioso che umano, così come nel “Cantico dei cantici”. Ho già scritto in un'altra mia narrazione che l’amore va oltre il voler bene; amare una persona significa non poter fare a meno di questa, la necessità di non volerla perdere. A volte, però, la vita ti mette davanti al destino di rimanere solo/a ed è allora che percepisci, in modo intenso, se la persona che avevi scelto come compagna o compagno della tua vita era da te amata sinceramente e profondamente. Il lettore avrà capito che stiamo parlando di amore di coppia! Il primo dei dieci “comandamenti” ci invita a rispettare: “Ama il prossimo come te stesso!” Certo è che se tutti rispettassero questo comando nel mondo non ci sarebbero conflittualità, guerre, odio; sarebbe tutto troppo bello, sarebbe un sogno! Allora mi limito a trattare un aspetto più ristretto dell’amore: quello di coppia. Quando Dio creò Adamo capì che questi aveva bisogno di Eva e dando a loro la vita pronunciò: “E’ cosa buona!” e diede loro pari diritti. Si amarono e, nonostante tutte le loro debolezze, diedero vita ad una intera generazione, che da loro ereditò il bene ed il male, le infinite debolezze e la immensa bontà. La mia età e la mia diretta esperienza mi consentono di fare un’analisi molto vicina alla realtà dell’argomento. Le persone si accoppiano perché è nella natura umana l’esigenza di avere un compagno/a, è importante per la procreazione e per dare vita ad altre generazioni, ma questa unione non è semplice in quanto la coppia è composta da due unicità, con bagagli di formazione e culturali diversi. Quello che serve, pertanto, è un collante e questo si chiama: amore; l’amore in una coppia è essenziale perché riesce a far superare ogni difficoltà, il solo voler bene, infatti, non basta; il vero amore non accetta che l’altro si possa perdere! E l’altro si può perdere in tanti modi, quello più importante è causato dalla morte di uno dei due componenti della coppia. Chi sta scrivendo, ormai anziano, ha avuto la sfortuna di perdere la compagna qualche anno fa. Credo che poche volte ho detto a mia moglie: “Ti amo!”, tante volte le ho detto che le volevo bene! A volte mi sono chiesto se io l’amassi veramente, ed è stata la sua morte a chiarirmi le idee. Non ho mai tradito mia moglie in più di quarant’anni di vita matrimoniale; certo non sono state tutte rose e viole, molti sono stati i momenti di difficoltà e di contrarietà; in un vecchio “recital” si diceva che l’amore non è bello se non è litigarello, ma nel momento dell’addio ho capito che non volevo perdere la mia compagna di una vita e che quindi l’amavo e l’avevo amata! Una mia cara amica mi ha raccontato che quando ha perso il marito non riusciva più a vivere, a volte si metteva seduta a terra, di fronte alla porta di casa, aspettando che questa, da un momento all’altro, si aprisse, facendo riapparire il compagno; non mangiava più rischiando l’anoressia. Solo il tempo, il più grande dottore della vita, è riuscito a vincere la tristezza e la sofferenza del distacco! Questo è il vero amore e mi viene di gridare, soprattutto ai giovani: “Amate i vostri compagni, ancora oggi che potete, dopo è troppo tardi per lamentarsi, la vita ci offre questo destino e dobbiamo accettarlo; c’è chi è più fortunato e chi meno, ma se si è amato veramente, nel momento della separazione, rimane un vuoto terribile!” Oggi sento molti giovani che si rivolgono alle loro compagne, e viceversa, con l’espressione: Amò! Dove sei amò…che stai facendo amò…andiamo amò…Che bello questo modo di chiamarsi, purtroppo ho dovuto constatare che diversi di questi “amori” non sono durati a lungo. Ci si separa con una facilità incredibile e dove è finito l’amore chiamato e professato? Forse proprio amore non era! La separazione, quando c’è il vero amore, ti annienta, ti fa impazzire! Oggi capisco quanto fosse veramente importante mia moglie, oggi che sento la sua assenza, oggi che sto metabolizzando la pesantezza della solitudine, che non può essere riempita da altri affetti familiari. A volte, al colmo dell’irrazionalità, mi viene anche da giustificare situazioni di sicuro patologiche come quelle dell’omicidio-suicidio, quando non si riesce ad immaginare, sopraffatti da una gelosia malata, il distacco dalla persona amata o che si considera di esclusiva proprietà. Una domanda, però, nasce spontanea: “Quando muore un vero amore finisce anche la vita di un uomo?” Ebbene, ritengo che ciò che tiene in vita un uomo è la possibilità di poter ritornare ad amare! Finché l’uomo avrà la capacità di amare sarà vivo! Ricordo che tanti anni fa sono stato ideatore, insieme ad altri amministratori comunali, e primo presidente di un centro ricreativo per anziani ed ho dovuto assistere ad una buona partecipazione alle diverse attività di tante persone. Si giocava a carte, si assisteva a proiezione di film, si cucinava e si approntavano ottime cenette, ma soprattutto si ballava. Una volta accolsi nel Centro una fuori età di circa sessant’anni, un bella donna, anche piuttosto appariscente, era forestiera e mi chiese di poter partecipare perché non vedeva in giro altre possibilità di socializzazione. Feci un grande e grave errore, molti anziani si prenotavano per ballare con lei e, a volte, bisticciavano. Non avevo mai assistito a scene dal vivo di pugilato, a questo dovetti assistere tra due ultraottantenni. Botte da orbi! Io, che tentai di separarli, presi un pugno in pieno volto. Dopo qualche tempo, con l’allontanamento spontaneo della signora, tutto ritornò alla normalità, ma il fatto mi fece molto riflettere: “C’è una età in cui nell’animo dell’uomo si assopisce il desiderio di amare, senza per questo confondere sessualità ed amore?” Questo mi sono chiesto e la risposta che mi sono data l’ho già espressa: Non c’è un età per amare e una per non amare, finché si ama si è vivi e si può tornare ad amare anche quando la vita ci ha concesso di vivere, precedentemente, un amore di incredibile intensità; amare, infatti, è un dono soprannaturale.