I figli della Lupa

A Isernia, ormai da anni, vanno in giro due personaggi particolari, fratelli: Claudiuccio e Raffaele, detti anche “lupacchiotti”. Ecco perchè il titolo di questa narrazione e non mi riferisco a Romolo e Remo, ma ai due fratelli isernini: lupacchiotti si intende figli della Lupa, ma io non vado oltre in questa ricerca per due motivi: il primo è perchè non ho certezze su quello che potrei affermare e secondo perchè è mia intenzione non offendere nessuno.

Tutti quelli che da anni vivono nella nostra cittadina li conoscono, e chi non li dovesse conoscere basta notare due che camminano sempre mano nella mano e non sono transgenici, ma solo fratelli. Certo, sono due personaggi e alcuni anni addietro si avvicinarono a me per chiedermi una sigaretta ed io volli sapere il perchè camminassero dandosi sempre la mano. Claudio, che mi sembrava un po' più saggio mi disse sottovoce: “Pruf'ssò, quist' nun c' sta tropp' ch' la coccia!”. Poi chiamai da parte Raffaele e gli chiesi la stessa cosa e la risposta fu, più o meno la stessa: “Questo è un poco scemo e ogni tanto si perde e va alluccann': Raffaè...Raffaè!” Avete capito i personaggi, anzi credo che molti li conoscano meglio di me. Ebbene, essendo particolari e al di fuori di schemi convenzionali ho pensato a loro come personaggi ideali e improbabili del mio racconto. Un giorno, i due fratelli si avviano per una passeggiata nel bosco e tra essi inizia una discussione sulla natura. “Vedi come è bella la natura”, fa osservare Claudio il saggio: “Ci sono gli alberi di vario tipo, i pini, i cerri, le betulle, ecc., poi vedi quanti fiori selvatici, ma bellissimi, che resistono al freddo, al gelo ed al caldo estivo, e non hanno bisogno di essere accuditi, come quelli che compri, vedi ancora queste pietre, queste rocce, che ci ricordano la preistoria ed addirittura il paleolitico?”. E si fermò ad osservare, estasiato da tanta bellezza, ed a respirare l'aria salubre profumata dei pini a pieni polmoni. Raffaele, ammise quello che diceva il fratello, però osservò che se fosse stata presente una bella donna sarebbe stato meglio. Claudio redarguì il fratello: “Pensi sempre alla stessa cosa! Apprezza tutto ciò che ti circonda. Vedi qua” ed indicò un formicaio “come credi che le formiche vivano?”. “Fanno un buco sottoterra e vivono” fu la risposta; ma Claudio spiegò che se si fosse potuto tagliare la terra, senza rompere il nido si sarebbero visti vari settori, vari piani e tante formiche impegnate in attività diverse: nella parte più bassa la riserva di cibo ed il via vai delle formiche operaie, poi il settore della procreazione ed il deposito delle uova e così via. “Ora, chiese Claudio, di chi è opera tutto ciò?” Raffaele subito rispose: “Di Dio!”. Il fratello continuò col dire: “Non di Dio, ma della Natura. Questo che vedi intorno a te è tutto frutto della Natura, è la “Natura madre” che regola le cose della terra e noi riusciamo a comprendere questo grazie ai nostri cinque sensi; vedi intorno a te Dio? No, ma senti il profumo dei fiori, ascolti il canto degli uccelli, vedi la bellezza dei colori, assapori con gusto la bontà di queste fragoline e senti, con il tatto, la qualità degli oggetti che tocchi. Questi nostri sensi ci portano a ragionare, ad usufruire delle cose che la natura ci mette a disposizione”. Allora, osservò Raffaele:” Dio non esiste? Ci hanno raccontato solo fesserie?”. Ti sbagli rispose il più saggio dei fratelli: “Io sto parlando del “naturale” tu, invece, mi parli del “soprannaturale” e noi, nonostante la scienza stia facendo passi da gigante, non riusciremo a comprendere con i nostri soli sensi il grande mistero del soprannaturale. Soprannaturale significa al di sopra della natura e, quindi, al di sopra della ragione. Un noto poeta, Dante Alighieri, diceva che solo l'aquila riesce a guardare diritto verso il sole, mentre l'uomo non riesce a sopportarne la luminosità. Ti ricordi che quando abbiamo assistito all'ultima eclisse abbiamo dovuto usare dei vetrini offuscati, quelli usati dai saldatori? E questo sta a significare che noi e la nostra ragione non voliamo alto come le aquile, ma, bloccati dai sensi, strisciamo in basso come serpenti, che sfruttano la natura per la loro sopravvivenza, ma non riescono ad andare oltre la natura stessa. Se riuscissimo a liberarci dei sensi o a dare a loro il giusto ruolo forse riusciremmo a scostarci dal naturale e ad avvicinarci di più al soprannaturale”. Negli occhi e nella mente di Raffaele c'è sconcerto e chiede: “E la morte? È naturale o voluta da Dio?”. “Questo è uno dei più grandi misteri della vita, sul quale si sono cimentati tanti filosofi ed anche noi piccoli pensatori. Una cosa certa è che della natura sappiamo dare spiegazioni, più o meno plausibili e le continue ricerche ci danno un quadro sempre più perfetto e vediamo che la scienza fa tesoro delle scoperte di tanti scienziati, partendo da queste per andare sempre avanti, mentre l'unica scienza che ha tentato di dare spiegazione al soprannaturale è stata ed è solo la Filosofia, che ci presenta il problema del “post mortem”. Cioè la domanda continua è: cosa c'è dopo la vita? Come dobbiamo comportarci durante la vita? C'è una morale da seguire? La “filosofia morale” cerca di dare delle risposte, ma esse sono tante e non sempre convincenti, tanto che non è possibile far tesoro di esperienze altrui per cercare di giungere alla verità”. Qua termina la “dotta” spiegazione, ma Raffaele rimane sempre dubbioso, ha capito poco di aquila e di vetrini da saldatori, qualcosa però ha percepito e chiede al fratello: “Allora tu dici che abbiamo il lardo sugli occhi?” “In un certo senso si, voglio dire che certe verità sono solo nascoste” risponde Claudio. Anche io, una volta, ho ricevuto una lezione da una mia nipotina; non riuscivo a trovare un libro a casa e fui colpito dalla verità che questa mi espresse: “Nonno, la casa nasconde, ma non ruba!” e così è anche per la natura, essa non ci nega il soprannaturale, ma ce lo nasconde soltanto. Cosa bisogna fare, allora? Una cosa sola: avere “fede” e cercare di scorgere nella bellezza e nella perfezione della natura stessa la grandezza del soprannaturale. Che motivo ci sarebbe di vivere, anche onestamente, se poi tutto finisse con la morte? E' giusto accettare il “carpe diem” dei romani o dare un senso alla nostra vita con una dirittura morale? Se riuscissimo a togliere gli ostacoli, i parassiti, che ci impediscono di carpire, anche per un solo istante, la verità, sicuramente scopriremmo delle cose meravigliose: la natura è solo uno strumento di cui il soprannaturale si serve per farci vivere, ma il perchè si vive lo scopriremo, forse, quando metteremo i piedi nel mondo della verità. Raffaele ci ha capito poco, forse anche Claudio, ma riprendono il cammino dicendo: “Noi non abbiamo certezze! Ma se un Dio esiste veramente, non è meglio comportarsi come Lui vuole? E poi cosa ci chiede di così impossibile? Ci esorta solo ad amare la “natura madre” e ad amarci tra di noi! E noi faremo proprio così, ridiamoci la mano e continuiamo a camminare insieme per il mondo e nella vita!”. Racconto preso su Facebook sulla pagina di Antonio Tufano e foto di Luciano Cristicini